Roma, 20 settembre 2011 – Le cooperative che operano nel mercato dei servizi non distributivi (tutti quelli diversi dal commercio), debbono fare i conti, oltre che con gli effetti della crisi e con le piaghe dell’illegalità e del lavoro nero, con una normativa degli appalti che, al di là di qualche segnale positivo, pone molti problemi sia di impostazione generale, perché tagliata a misura delle gare per la realizzazione di opere, sia di attuazione pratica.
E proprio al tema dei problemi e delle prospettive degli appalti pubblici di servizi Legacoop Servizi -che rappresenta oltre 2.000 cooperative, che sviluppano un fatturato complessivo di circa 8 miliardi e danno lavoro a 200.000 persone, delle quali oltre 120.000 sono anche soci- ha deciso di dedicare un’iniziativa specifica, che si è svolta questa mattina, a Roma, nella sede di Legacoop Nazionale.
“La decisione di organizzare un momento di riflessione sulla materia” -sottolinea Ferdinando Palanti, Presidente dell’Associazione- “è nata anche sulla scorta delle novità non del tutto rassicuranti contenute nel nuovo regolamento attuativo del codice degli appalti”. Palanti si riferisce, in primo luogo, all’art. 286, relativo agli appalti dei servizi di pulizia, che introduce un nuovo sistema di assegnazione dei punteggi, nelle gare basate sull’offerta economicamente più vantaggiosa, che di fatto avvantaggia in modo abnorme e sproporzionato chi propone sconti maggiori anche a fronte di proposte nettamente superiori sul piano della qualità progettuale. Una norma contro la quale, nell’impossibilità di ottenerne una modifica, Legacoop Servizi, insieme con le altre associazioni del settore, ha presentato a febbraio un ricorso al TAR del Lazio di cui attende l’esito. Altra norma sotto la lente di Legacoop Servizi, la nuova formulazione dell’art. 81 del medesimo regolamento (introdotta con la legge 106/2011, di conversione del cosiddetto “decreto sviluppo”) che, pur con l’apprezzabile intento di tutelare la manodopera, pone problemi di attuazione che potrebbero dare luogo all’apertura di nuovi contenziosi.
L’art. 8 della manovra: errore grave inserire la responsabilità solidale tra le materie derogabili
Tra i provvedimenti che meritano una critica decisa da parte di chi, come le cooperative, vuole operare nel mercato con correttezza e trasparenza, c’è senz’altro l’art.8 della recente manovra finanziaria che pone tra le materie derogabili a livello territoriale ed aziendale il principio della responsabilità solidale tra ente appaltante ed imprese appaltatrici.
“Giudichiamo un errore grave” -sottolinea Palanti- “depotenziare un provvedimento che iniziava a dispiegare la sua efficacia contro la piaga del lavoro nero e delle false cooperative: cercheremo perciò di coinvolgere tutte le forze sociali interessate per chiedere al Governo ed al Parlamento di porvi rimedio”.
Ma c’è un aspetto più generale che Legacoop Servizi pone all’attenzione degli interlocutori istituzionali e politici: le norme che regolamentano gli appalti, pur disciplinando tre tipologie di attività -lavori, forniture e servizi- sono pensate e scritte solo per i primi. E questo nonostante il fatto che su un mercato, quello degli appalti pubblici, che nel 2010 valeva 102 miliardi (l’8% del PIL), gli affidamenti di servizi rappresentino la componente più rilevante, con il 37% del totale.
“Oltre alle difficoltà che questo determina nella pratica attuazione delle gare d’appalto e nei contratti” -osserva il Presidente di Legacoop Servizi- “è la spia di una carenza di carattere culturale: esiste, a livello politico ed economico, una sottovalutazione del ruolo che il settore dei servizi può e deve avere per il rilancio della nostra economia, facendo leva su due aspetti importanti che lo caratterizzano: l’alta intensità di lavoro pur a fronte di investimenti relativamente bassi; il rapporto di partnership con la Pubblica Amministrazione che può permettere di ampliare migliorare i servizi di pubblica utilità a parità di costo per l’erario”. “Per far sì che questo meccanismo funzioni” -prosegue Palanti- “è però necessario attivare un circolo virtuoso attraverso norme dedicate, pensate e scritte per gli appalti di servizi, mirate a creare un mercato che premi le imprese serie e corrette, ed a sostenerne lo sviluppo”.
Gli effetti recessivi della manovra finanziaria; l’incomprensibile penalizzazione delle cooperative
Il quadro generale, naturalmente, viene reso più difficile e preoccupante dalla recente manovra finanziaria che provocherà effetti recessivi, senza peraltro affrontare i veri nodi del Paese -uno su tutti quello del costo del lavoro e della sua fiscalità- e si ripercuoterà negativamente anche sul particolare momento di inedita congiuntura che il mercato dei servizi, anche quello riferito agli appalti pubblici, sta attraversando e che lo vedrà per la prima volta contrarsi o comunque rallentare fortemente la crescita dopo un lungo periodo di continuo, progressivo sviluppo.
I tagli previsti per i prossimi tre anni per i Ministeri e nei trasferimenti agli enti locali, che si aggiungono a quelli degli scorsi anni, faranno sì che le risorse per i servizi saranno sempre minori e le nostre imprese ne risentiranno pesantemente.
“Il rischio che paventiamo” -afferma Palanti- “è che tutto ciò si rifletta non solo sui volumi d’affari delle cooperative e delle imprese di servizi, ma vada inevitabilmente ad incidere pesantemente anche sui livelli occupazionali e sul patrimonio di conoscenze ed esperienze accumulata negli anni, che la base sociale assicura alle nostre imprese”.
A questo proposito, Palanti ricorda che le cooperative aderenti a Legacoop Servizi, oltre ad essere protagoniste nella creazione di nuova occupazione, hanno finora rappresentato una risposta dignitosa ad una offerta di lavoro composta per buona parte dalle fasce più deboli della popolazione e da immigrati; una funzione sociale cui sarà sempre più difficile assolvere anche per il futuro.
“Anche per questo” -conclude il Presidente di Legacoop Servizi- “non abbiamo capito e non riusciamo ancora a comprendere perché il Governo abbia scelto di penalizzare fiscalmente proprio un modello di impresa responsabile socialmente e che meglio di altre ha dimostrato di saper reagire alla crisi; per questo continuiamo a protestare per l’ingiustizia subita, ma non ci scoraggiamo e continueremo, come sempre, a fare ciò che è nelle nostre possibilità per il bene delle nostre cooperative, dei loro soci e del nostro paese”.
fonte: Legacoop