Roma, 15 dicembre 2010 – Una rete del turismo responsabile per la valorizzazione del patrimonio artistico e monumentale; un progetto Energia/ambiente per la promozione di sistemi integrati energetici, la riduzione dei consumi e la produzione di energie rinnovabili; una filiera per la riorganizzazione produttiva e commercializzazione dell’olio di oliva. E, inoltre, la creazione di una rete di asili nido e di servizi integrativi per l’infanzia, di una rete del benessere e l’attivazione di servizi culturali per l’integrazione degli extracomunitari.
Sono questi i campi di intervento prioritari del “Progetto Sud”, promosso da Legacoop con il sostegno del fondo di promozione Coopfond, presentato nel corso del convegno “Legacoop per il Mezzogiorno: innovare per crescere”, svoltosi martedì 14 dicembre a Roma, presso la sede di Legacoop. Un confronto con rappresentanti del Governo, del Parlamento Europeo, della Banca d’Italia, dello Svimez e della Fondazione per il Sud “per definire ed implementare ulteriormente l’azione di Legacoop e focalizzare le problematiche e le iniziative per lo sviluppo del Mezzogiorno nel contesto del superamento della crisi e nella prospettiva del federalismo” come ha sottolineato il vicepresidente vicario di Legacoop, Giorgio Bertinelli, introducendo i lavori.
Il Progetto di Legacoop per il Sud si prefigge il consolidamento e lo sviluppo delle cooperative esistenti e la promozione di nuove, puntando sulla capacità di mettere in rete, integrare e creare sinergie fra le imprese, le risorse e le competenze e le realtà imprenditoriali presenti e disponibili nelle cooperative aderenti, nelle sue strutture organizzative, negli strumenti realizzati.
“Abbiamo messo a disposizione la forza del sistema a rete Legacoop” -ha spiegato Giorgio Gemelli, Vicepresidente di Legacoop e Responsabile dell’Osservatorio Sud dell’organizzazione- “sia attraverso gli strumenti progettuali e finanziari, sia attraverso la capacità di trasferimento di know-how, sia attraverso un’azione di coordinamento forte. Abbiamo considerato le migliori esperienze presenti nel Mezzogiorno come realtà in grado di trainare lo sviluppo della cooperazione piccola e media e di essere attrattiva per coloro che vogliono fare nuova impresa (giovani, professionisti, piccoli imprenditori che vogliono crescere)”.
La cooperazione Legacoop nel sud. Una complessiva capacità di tenuta, con punte di eccellenza
Le imprese cooperative di Legacoop attive nelle regioni meridionali hanno dimostrato una complessiva capacità di tenuta nonostante le difficoltà; quelle di maggiori dimensioni hanno registrato risultati significativi in termini di fatturato, di occupazione e di reputazione, con eccellenze in alcuni comparti.
Come emerge dal lavoro di analisi effettuato da Coopfond su 2.365 cooperative che hanno presentato il bilancio triennale, il valore della produzione di 2.721 milioni di euro ha messo in luce una crescita del 17,8% nel triennio 2006/2008, inferiore del 2% rispetto alla crescita del valore medio nazionale. Si è manifestata una minore consistenza patrimoniale rispetto alla cooperazione nazionale causata soprattutto dalla frantumazione del sistema dell’offerta. Le imprese cooperative sono infatti prevalentemente di dimensione medio piccola, ma comunque superiore alla media delle altre imprese del Sud. Esistono altresì alcune cooperative di maggiori dimensioni, che manifestano apprezzabili andamenti imprenditoriali. Infatti nell’analisi del triennio 2006-2008, predisposta dal Centro Studi Legacoop per il segmento delle 45 cooperative con oltre 10 milioni di euro di valore della produzione, si evidenzia una crescita del valore della produzione del 21,7%, soprattutto nella cooperazione sociale (+45,6%) e in quella agroalimentare (+24,8%). In quest’ultimo settore aumentano anche le esportazioni (+20,8%). Altra nota positiva è quella relativa all’andamento dell’occupazione, che si incrementa nel periodo considerato del 15%, crescita che a livello settoriale ha riguardato soprattutto la cooperazione sociale (+36,4%), il settore dei servizi (+19,3%) e l’agroalimentare (+15,5%). Ben il 91,2% del profitto totale prodotto (pari a € 5,6 mil.) rimane nelle cooperative come incremento delle riserve, privilegiando il rafforzamento dell’impresa piuttosto che la distribuzione individuale.
“La presenza di alcune best practice” -ha detto Gemelli “dimostra che il consolidamento e la crescita delle imprese cooperative è possibile anche nel Mezzogiorno. Una presenza cooperativa autoctona che rappresenta un pezzo del Sud che non si arrende, che si impegna per costruire ricchezza ed occupazione, frutto della scelta di migliaia di soci e della loro organizzazione”. A tale proposito, Gemelli ha ricordato, solo a titolo di esempio, l’inserimento di 3 cooperative meridionali associate a Legacoop (Gasman, Internazionale e CEMS) nella lista delle 12 imprese candidate al conferimento del Premio Demattè, indetto dall’AIFI, tra le migliori operazioni di rientro di capitale di rischio di terzi a fronte di programmi di sviluppo.
Il rafforzamento della cooperazione esistente
Per rafforzare l’ imprenditoria cooperativa nel Sud, Legacoop ha predisposto una serie di strumenti dedicati: una rete di strumenti finanziari propri e, a seguito di partnership con importanti gruppi bancari, un pacchetto di prodotti in convenzione di particolare interesse; un servizio di assistenza e consulenza gestionale alle reti cooperative con servizi tecnici, informazioni e consulenze specialistiche per fisco, lavoro, sicurezza, ambiente, controllo di gestione; un’attività di promozione di giovani professionalità nel mondo cooperativo attraverso borse di studio annuali finalizzate alla promozione ed ai servizi a favore della cooperazione meridionale nei settori dell’agroalimentare, del lavoro e dei servizi.
Senza dimenticare l’impegno che Legacoop persegue da parecchi anni per la lotta alla criminalità organizzata che si esprime non solo nella coerenza delle azioni di contrasto alle mafieanche a fronte di gravi intimidazioni, ma anche nel pluriennale sostegno alle cooperative che operano su terreni confiscati alle mafie, con un impegno rilevante in termini di risorse finanziarie erogate e di commercializzazione delle produzioni nella rete della grande distribuzione cooperativa.
“Nel Sud”- ha aggiunto Gemelli- “c’è una società in movimento, con tendenze spontanee, ancora limitate a particolari territori e a specifici comparti socio-economici, foriere di possibilità di sviluppo. Ma queste tendenze non sembrano da sole in grado di innescare quei meccanismi che favoriscono il cambiamento, l’innovazione e la massa critica necessari; un’innovazione che è innanzitutto nel metodo e negli atteggiamenti, è culturale e valoriale. Lo sviluppo del Sud parte dal Sud, dalle sue forze e dalle sue risorse, dal protagonismo e dall’impegno della società meridionale e delle sue classi dirigenti in un confronto solidale con le altre aree del Paese”.
Il Piano Sud: un passo avanti, ma occorre potenziare sia il sistema delle imprese che l’infrastrutturazione sociale
Una situazione, quella del Sud, che sconta la perdurante assenza di politiche nazionali strutturali di lungo periodo. “Rispetto a questa carenza” -ha detto ancora Gemelli- “il Piano Sud elaborato dal Ministro alla coesione territoriale e approvato dal Governo il 26 Novembre esprime, in ragione degli obiettivi indicati, una visione dei problemi del Mezzogiorno attenta al tema della carenza di infrastrutture di trasporto, e a quelli complessivi dello sviluppo economico e sociale”.
Dopo aver sottolineato la mancanza di risorse aggiuntive ed aver espresso un giudizio positivo sul rafforzamento del coordinamento istituzionale, Gemelli ha comunque raccomandato di evitare il rischio di una nuova centralizzazione tecnocratica delle risorse e delle sedi decisionali.
“Pur accogliendo con favore l’indicazione di attivare a breve la riforma degli incentivi all’investimento per le PMI” -ha concluso Gemelli- “non si può non sottolineare che un progetto strategico per il Mezzogiorno debba basarsi, prioritariamente, sul potenziamento del sistema delle imprese e della infrastrutturazione sociale, investendo di più sulle giovani generazioni”.
Le conclusioni di Giuliano Poletti, Presidente Legacoop
“Il senso dell’iniziativa di oggi” -ha spiegato Poletti– “è trovare una strada per agire al Sud e risposte concrete per sconfiggere il pericolo di una sorda rassegnazione alla crisi, senza aspettare e lavorando in sintonia con la nuova condizione, con attività diverse su progetti locali, che nascano dal territorio, scommettendo in maniera chiara e dichiarata sulle risorse delle comunità meridionali”.
“Le imprese al Sud non crescono dimensionalmente” -ha sottolineato Poletti- “servono quindi strumenti finanziari a sostegno di progetti di sviluppo e prospettive da seguire in sintonia con le politiche pubbliche.
“Le cooperative di Legacoop”- ha infine ricordato il Presidente- “hanno deciso di intervenire inoltre con impegno e consapevolezza per contrastare l’illegalità, dando così un contributo importante al lavoro avviato dalle istituzioni su questo terreno”.
fonte: Legacoop