COMUNICATO STAMPA
Roma, 25 ottobre 2012 – “Il quadro della situazione, alla luce dei nuovi tagli previsti dal governo, è drammatico. L’ennesima riduzione delle risorse del 5% previsto per il 2013, che si andrà a sommare al precedente taglio del 5% determinato dalla Legge 135/12 (“spending review”), porterà ad un ulteriore perdita di posti di lavoro ed ad una significativa riduzione sia qualitativa che quantitativa dei servizi resi ai cittadini”. È questo l’allarmato giudizio scaturito dal Consiglio di Presidenza di Legacoop Servizi riunitosi ieri 24 ottobre 2012 per esaminare la situazione del settore alla luce degli ultimi provvedimenti di taglio alla spesa pubblica.
Legacoop Servizi, come già dichiarato nei precedenti comunicati stampa, mette sotto accusa le manovre del Governo: “I dati parlano chiaro: l’ulteriore taglio ai contratti delle cooperative che operano nel settore pubblico, per lo più imprese labour intensive, si tradurrà inevitabilmente, nelle sole aderenti all’associazione, in una perdita occupazionale di circa 17.000 dipendenti“.
La stima, elaborata dall’ufficio studi dell’associazione prendendo in considerazione le sole attività che le cooperative svolgono in alcuni importanti comparti nel settore pubblico, prevede, infatti, una riduzione progressiva di occupazione, pari a circa 14.000 addetti tra il 2012 e il 2013, per quanto riguarda il settore sanitario; a ciò occorre aggiungere gli effetti del rilevante piano di riduzione in atto per il personale dei servizi esternalizzati in ambito scolastico, che si dispiegherà particolarmente nel corso del prossimo anno.
“Così non si fa una vera revisione della spesa – afferma Ferdinando Palanti, Presidente di Legacoop Servizi – i tagli del governo sono sbagliati per metodo e merito. Nella situazione in cui si trova il nostro Paese, la riduzionedellaspesa pubblica è, oltre che possibile, doverosa, ma deve concretizzarsi con la riduzione proporzionale di sprechi ed inefficienze da realizzare tramite proposte concrete che agiscano in modo selettivo, misurando l’efficienza e la qualità del servizio offerto e non – conclude Palanti – tramite tagli lineari ed indiscriminati per cui, a conti fatti, a pagarne le spese saranno, oltre i cittadini in quanto utenti dei servizi, le imprese serie e corrette ed i loro dipendenti”.