MANCOOP, SCINICARIELLO: PIANIFICARE ACQUISIZIONE SITO INDUSTRIALE

I lavoratori che hanno costituito la cooperativa Mancoop hanno fatto una scelta coraggiosa: di fronte alla crisi dell’azienda privata di cui erano dipendenti hanno deciso di non arrendersi e di mettersi alla prova con l’obiettivo di proseguire l’attività di impresa nel segno della partecipazione e della responsabilità condivisa. Oggi, a distanza di poco più di un anno, Mancoop è un’impresa che produce e si rafforza, pur in un contesto territoriale non certo agevole”.


Lo ha detto Giuliano Poletti, presidente Legacoop, durante l’evento che si è tenuto questa mattina presso la sede della Mancoop- impresa recuperata operante nel settore del nastro adesivo, nata a 50 metri dal territorio dei Casalesi.

In seguito al fallimento delle multinazionali, ben 137 lavoratori dell’azienda presente sul territorio di Santi Costa e Damiano, ain provincia di Latina, hanno perso il lavoro. Per tutti, l’avventura si sarebbe conclusa con lo scandalo provocato da una megafesta in maschera, se 52 ex-dipendenti dell’azienda non avessero deciso di non arrendersi e di autogestirsi per poi dar vita alla cooperativa Mancoop- il cui fatturato – in tempi di crisi- è eccellente.

A gravare sul futuro dei dipendenti, però, c’è ancora una incognita: gli operai della Mancoop riusciranno ad acquisire il sito industriale? Al termine del contratto d’affitto della sede, costata 180 mila euro l’anno, non è ancora stata scongiurata l’ipotesi che possano nascere nuove difficoltà.

La società era nata nel 1957 dal genio del siciliano Dardanio Manuli- riuscito in poco più di un ventennio a creare un gruppo industriale presente in 15 Paesi, capace di offrire lavoro a tremila dipendenti. Nel dopoguerra, con i finanziamenti  della Cassa del Mezzogiorno, la produzione di nastri adesivi venne spostata a Santi Cosma e Damiano. Alla morte del fondatore, però, la Manuli cedette l’azienda ad una multinazionale americana, la Tyco. Travolta dallo scandalo per aver pagato con denaro dell’azienda una megafesta in maschera per i dipendenti, la multinazionale fallì. Dalle casse della Tyco mancavano ben 600 milioni di dollari, spesi in maniera irregolare. E’ così che l’azienda finisce prima nelle mani di un fondo lussemburghese e poi in quelle di una multinazionale messicana, la Evotape. Dopo una via crucis interminabile fatta di cassa integrazione, crisi e precarietà per 137 lavoratori, la multinazionale chiude per mancanza di liquidità. Gli ex dipendenti, però, decidono di autogestirsi. Dopo essere riusciti ad ottenere in fitto 20 mila metri quadri dello stabilimento al prezzo di 180 mila euro l’anno, nasce la cooperativa Mancoop.

Le numerose crisi aziendali che il territorio provinciale pontino ha vissuto di recente, solo occasionalmente sono dipese da crisi dei mercati di riferimento. Molto più spesso, invece, sono dipese da speculazioni. Alcune riguardanti il costo del lavoro – più basso altrove – o la fine di un regime di agevolazioni pubbliche; altre di carattere strettamente finanziario- ha detto Emiliano Scinicariello, Presidente Comitato provinciale Legacoop Latina-. La crisi Evotape Packaging è stata proprio questo. Ma al posto della rassegnazione, gli ex dipendenti Evotape – oggi soci lavoratori Mancoop – hanno messo in campo la proposta, chiedendo ascolto ed attenzione affinché il saccheggio del sito industriale fosse evitato e riprendessero le produzioni.Riprese le attività e dimostrato in questo primo anno di attività che per l’azienda c’è mercato e c’è quindi futuro, non resta che pianificare l’acquisizione del sito industriale, affinché tra un paio d’anni, al termine del contratto di affitto d’azienda, non accada ciò che è stato scongiurato un anno fa. Tutta questa vicenda – oltre a tutta la sua concretezza – possiede una carica simbolica eccezionale: parole come lavoro, solidità aziendale, paritario coinvolgimento dei soci lavoratori e spinta intergenerazionale (l’acquisto del sito mira proprio a questo) prendono il posto di quelle come lucro, speculazione, sfruttamento”.

Andrea Laguardia, Presidente Legacoop Servizi Lazio, ha aggiunto:“Mancoop è la dimostrazione che idee e valori che hanno origine agli albori della rivoluzione industriale, possono essere riscoperti in chiave moderna per dare vita a nuove imprese dove capitale e lavoro sono nelle stessi mani, cioè quelle dei lavoratori. Sono storie come quelle di Mancoop ed esperienze come quelle che hanno portato alla sua fondazione a dare speranza al mondo del lavoro di questa Regione devastato dalla crisi economica”.