Roma, 23 ottobre 2012 – Sono più di novanta le testate che, in assenza del rifinanziamento del Fondo Editoria, non potranno più andare in edicola. La filiera produttiva di questo segmento di editoria: cooperativa, di idee, non profit e di partito coinvolge almeno quattromila tra addetti diretti e indiretti che rischiano il loro posto di lavoro. Ma è tutto il settore (stampatori, cartiere, distributori ed edicole) che verrà destabilizzato. Non è difficile quantificare il danno economico che si originerà per lo Stato se non saranno reperiti i 70 mil. necessari per tenere in equilibrio il sistema: non meno del doppio se si considera la perdita di ricchezza prodotta (i contributi, sempre più ridotti, sono mediamente poco più di un terzo dei fatturati), l’IVA che non si incasserà e gli impegni di spesa che ne conseguiranno per lo Stato in termini di sostegni alla disoccupazione. È stato questo il tema all’ordine del giorno della conferenza stampa tenutasi oggi a Roma organizzata da Mediacoop, FNSI, Confcooperative, Agci ed altre associazioni di categoria. Una parte non irrilevante di informazione locale e nazionale, che opera senza i condizionamenti delle imprese o delle banche, che prova a fare informazione nel modo più moderno, autogestito e non profit, corre, dunque, il rischio di scomparite dalle edicole, con danno grave al pluralismo e alla democrazia, senza neanche aspettare la fine dell’anno. È bene ricordare che il Fondo per l’Editoria, è stato in questi anni pesantemente ridimensionato: per la parte che riguarda i cosiddetti contributi diretti, in quest’ultimo quinquenni la dotazione è passata da 240 milioni del 2008 (destinati alle attività svolte dalle imprese nel 2007), ai 114 del 2012 (relativi ai bilanci chiusi nel 2011). Per le attività di questo anno sono previsti poco più di 50 milioni. Nel frattempo sono intervenuti ben due provvedimenti legislativi che hanno riscritto i criteri per l’impiego ottimale e trasparente di queste risorse. In particolare il recentissimo Decreto che porta la firma del Sottosegretario Peluffo ha ulteriormente qualificato l’impiego delle risorse ridefinendo, con soddisfazione di tutti, comprese le nostre organizzazioni, che l’avevano invocato da anni, i criteri di accesso e gli impieghi. Sono state rimosse, così, le condizioni che erano state poste per il rifinanziamento.
Di questo ha sicuramente tenuto conto il Parlamento che, in occasione dell’approvazione del Decreto “Peluffo”, ha votato, con il consenso dello stesso Governo, due Ordini del Giorno che richiedono l’adeguamento del Fondo. Si tratta di una indicazione oggettivamente vincolante al momento in cui si discute la Delega al Governo per la Riforma del Sistema dell’editoria. Senza le risorse richieste (70 milioni) ci sarà la scomparsa di queste testate. Resterà ben poco da riformare.
Hanno partecipato alla conferenza stampa i deputati Emilia De Blasi, Ricardo Franco Levi, Giorgio Lainati.
L’On. De Biasi ha ricordato che nell’ultima riunione della Commissione Cultura della Camera si è svolto un utile confronto con il Sottosegretario Peluffo su una Risoluzione firmata da tutti i deputati della Commissione con la quale si chiede che il Fondo per l’Editoria sia riportato almeno alla consistenza di 120 milioni. L’On. De Biasi ritiene che, a parte il problema sulla giustezza di affidare ad una Delega al Governo una materia così delicata come l’editoria, comunque occorrerà che la tessa sia ben definita e contenga tutte le cautele del caso, per evitare che la gestione del settore finisca tutta nella responsabilità dell’Esecutivo.
L’On. Levi ha ricordato che la necessità di finanziare l’editoria minore riposa sia nelle distorsioni obiettive di questo mercato, sia nella volontà espressa dall’articolo 21 della costituzione. Mentre ritiene che non sarà mai possibile ripristinare il regime del cosiddetto diritto soggettivo, è altrettanto convinto che la riforma non potrà non prevedere stanziamenti triennali in modo da consentire alle imprese di essere tali: di adottare, cioè, progetti poliennali di consolidamento e sviluppo anche nelle nuove tecnologie.
Anche per l’On. Lainati il finanziamento a questa parte dell’editoria deriva dalle distorsioni del mercato, distorsioni nelle quali la pubblicità ha grandi responsabilità. In questo senso occorrerà che questo tema non sia solo oggetto di riflessione, ai fini della definizione della delega al Governo, ma anche al centro del dibattito politico, soprattutto in un momento importante quale è la definizione dei programmi per le prossime elezioni.
Non ha potuto partecipare l’On. Beppe Giulietti, che è stato tra i promotori dell’iniziativa. È bene ricordare che a lui si deve la redazione della legge di riforma che è in discussione in abbinamento con la Delega del Governo. Suo è anche uno degli OdG approvati con il consenso del Governo al momento della votazione del c.d. decreto Peluffo.
Anche l’On. Rivolta, che non ha potuto corrispondere al suo impegno a partecipare, ha inviato un messaggio nel quale si ribadisce il suo “sostegno a favore dell’occupazione di tutta la filiera dell’editoria e a favore di quella preziosa ricchezza per il nostro paese rappresentata dal pluralismo dell’informazione”.
Da questo, la “necessità di ripristinare la consistenza del fondo per l’editoria ad un livello tale da permettere alle singole imprese la propria riorganizzazione, anche tenendo conto delle nuove tecnologie, e dunque la permanenza sul mercato”. In chiusura della sua nota l’On. Rivolta richiama la Risoluzione già ricordata dall’On. De Biasi che chiede di fissare la consistenza del Fondo in 120milioni milioni annui.”
Tutti i presenti hanno dichiarato la loro disponibilità a partecipare alla prossima Assemblea delle Testate del settore cooperativo, non profit, di idee e di partito che si terrà entro la metà del prossimo mese a Roma.
fonte: Legacoop