Roma, 4 marzo 2011 – “Informazione: autonomia, pluralismo e qualità – L’esperienza dell’editoria cooperativa e non profit”. È questo il tema al centro del secondo congresso nazionale di Mediacoop (Associazione di rappresentanza delle cooperative giornalistiche, editoriali e della comunicazione) che si è aperto ieri a Roma presso la sede di Legacoop e che prosegue oggi presso la Sala delle Conferenze (P.zza Montecitorio, 123).
“La situazione dell’informazione in Italia è critica, è un problema grave ricade su tutti i cittadini non solo sugli operatori del settore. La volontà di controllarla e imbavagliarla è palese, e si accompagna ad un mercato della comunicazione caratterizzato da posizioni oligopolistiche che intersecano tutti i canali e condizionano la qualità del prodotto informativo. In questo mercato la pubblicità è l’asimmetria più vistosa e condizionante”.
Sono queste le premesse e la denuncia in cui si collocano le analisi e le proposte di Mediacoop al Governo e al Parlamento. Il primo nodo – a giudizio di Mediacoop- è quello della garanzia del pluralismo dei contenuti e della natura dei soggetti. Essenziale è, dunque, l’intervento pubblico per garantire un mercato aperto ed un’offerta ampia e non omologata.
“Le risorse pubbliche che avrebbero dovuto consentire un riequilibrio di questa situazione, sono state tagliate, in cinque anni, per più di 400 milioni pari ai due terzi del Fondo e sono state rese inoltre precarie da una continua incertezza nelle quantità e nei tempi di erogazione”. Lo sottolinea nell’intervento introduttivo il Presidente di Mediacoop Mario Primo Salani, richiamando le conseguenze sulla capacità di programmazione e sulla stessa sopravvivenza delle imprese editoriali. Altrettanto difficile, la situazione dell’emittenza locale, sia televisiva – alle prese con una transizione al digitale rovinosa- sia radiofonica, “entrambe corrono il rischio di una selezione darwiniana”.
Mediacoop ritiene che “la qualità della democrazia di un Paese è nella ricchezza delle rappresentazioni” e che “una buona informazione è quella libera da condizionamenti di proprietà o di mercato, critica e valoriale, professionale”. Per questo Mediacoop sostiene che “il modello di cooperazione di giornalisti, così come elaborato dalla L. 416, sia la forma migliore in grado di rappresentare l’idea di editore puro”.
Le proposte di Mediacoop
Per queste ragioni Mediacoop sollecita il Governo e le forze politiche a riaprire il confronto e ribadisce l’esigenza di “un provvedimento di riforma generale del sistema della comunicazione che parta dalla ridefinizione del prodotto editoriale, garantisca la pluralità degli attori nei diversi canali e riapra il mercato della pubblicità”. “Nell’ambito di questo disegno – precisa -occorre che sia salvaguardata e valorizzata la forma cooperativa, assicurandole il sostegno necessario”.
Consapevole della difficoltà di questo obiettivo più generale, Mediacoop sollecita, intanto, il Parlamento a farsi promotore almeno di un intervento che consenta di sottrarre il settore della stampa alla precarietà e all’indeterminatezza. A questo fine giudica essenziale la ricostituzione del Fondo che “non deve essere negoziato anno per anno”; “occorre che la sua consistenza sia almeno triennale in modo da consentire alle cooperative disegni programmati di produzione e investimenti”. Per la ricostruzione del Fondo, Mediacoop suggerisce che “lo stanziamento pubblico che assicura la sopravvivenza del modello di editore puro, sia integrato da una sorta di ‘tassa di scopo’ che abbia la funzione di riequilibrare il mercato”. E si propone, inoltre, che il criterio di ripartizione dei contributi sia determinato in rapporto alle risorse produttive presenti in cooperativa. Mediacoop chiede che sia ricostituito per lo stesso periodo il diritto soggettivo alla percezione del Fondo. Il sostegno dovrà essere esteso alle “testate on line che siano costituite in cooperativa ed abbiano i requisiti organizzativi professionalizzati previsti dalla 416, anche se con percentuali di contribuzioni diverse per la natura dei mezzi impiegati”. Per l’immediato, occorre garantire l’uniformità dell’IVA a quella imposta sui prodotti cartacei. Mediacoop chiede poi che sia favorita la nascita di nuove cooperative tra giornalisti e poligrafici esclusi dal processo produttivo prevedendo l’esenzione dal vincolo di cinque anni ai fini dell’accesso al Fondo con modalità simili a quanto già realizzato nel passato.
Riguardo alle emittenti locali Medicoop sottolinea la necessità che ad esse siano assicurate le risorse per qualificare l’offerta informativa e che “i criteri previsti per l’erogazione delle risorse in capo al Ministero allo sviluppo economico siano rivisti in modo da ridurre la distanza tra le prime emittenti e tutte le altre” e che “nella costruzione delle graduatorie il fatturato sia sostituito dall’autoproduzione di contenuti”.
“Per le emittenti radiofoniche – si afferma – occorrono risorse che consentano di resistere ai processi di concentrazione e di passare rapidamente al digitale che è condizione di qualificazione dell’offerta”.
Non ultimo il settore delle piccole imprese editoriali e dei librai per il quale Mediacoop, al di là della reiterata richiesta di norme che limitino la scontistica, propone che si intervenga sulle aliquote IVA dell’editoria multimediale, parificandole a quella cartacea
Mediacoop intende riaprire il confronto sul Regolamento “non solo per riverificare l’utilità di tutti i suggerimenti non accolti in grado di qualificare concretamente la platea degli aventi diritto e razionalizzare le risorse”, ma, soprattutto, per “modificare la serie in interventi introdotti dopo la chiusura del confronto con gli operatori, che appaiono penalizzanti, e fanno correre il rischio di ridimensionamenti delle compagini produttive”.
Nella prima giornata, dopo i saluti di Marina Ricchi, Luna Nuova, sono intervenuti: Giorgio Bertinelli, Vicepresidente Legacoop, Mario P. Salani, Presidente Mediacoop, on. Paolo Gentiloni, PD, cons. Elisa Grande, Dipartimento Editoria, Presidenza Consiglio dei Ministri, Tarcisio Tarquini, Edit Coop, Francesco Zanotti, FISC, Lanfranco Massari, Federcultura.
Nel pomeriggio si è svolta una tavola rotonda, per un confronto sul tema “Informazione: mercato, autonomia, sostegno pubblico, alla quale hanno partecipato,”Flavia Barca, Fondazione Rosselli,Corradino Mineo, Direttore RAI NEWS,Massimo Mucchetti, Corriere della Sera, Flavia Perina, Il Secolo d’Italia, Norma Rangeri, Il Manifesto,Franco Siddi, FNSI, Coordina Paolo Serventi Longhi, Rassegna Sindacale.
Riportiamo di seguito una sintesi di alcuni degli interventi
Giorgio Bertinelli, Vice Presidente Vicario di Legacoop – sintesi intervento
Il Congresso di Mediacoop si svolge oggi in un contesto politico ed economico estremamente complicato e difficile, e va riconosciuta all’Associazione la scelta coraggiosa di riaffermare e di sollevare l’attenzione dell’opinione pubblica su temi di grande rilievo per la democrazia: il pluralismo dell’informazione e la promozione dell’imprenditoria cooperativa del settore che svolge un ruolo di grande importanza per la ricchezza e l’articolazione della produzione culturale ed anche per il mantenimento dei livelli di occupazione nel settore. Nel contesto attuale, le necessarie restrizioni di Bilancio, si traducono però di fatto in una progressiva riduzione del sostegno pubblico in settori delicati e importanti come il welfare e la cultura, senza un’adeguata garanzia alla tutela delle prestazioni che non possono essere privatizzate, anche perché la dichiarata volontà di rendere più efficace la Pubblica Amministrazione non mostra di tradursi in una crescita dei livelli di efficienza. Inoltre, nel settore dei media – come si sottolinea nel documento congressuale di Mediacoop – il nodo non è solo la contrazione della quantità di risorse necessarie per la sopravvivenza, in un mercato squilibrato, di testate, minori, sotto il profilo economico ma importanti sotto il profilo della informazione; il problema che si denuncia è soprattutto quello della precarietà e dell’incertezza dei finanziamenti e specialmente il fatto che siano erogati a discrezione dell’Esecutivo e non sulla base di un quadro normativo certo definito dal Parlamento e rappresentativo anche delle istanze degli operatori del settore. Tutto ciò pesa in modo particolare sulle imprese cooperative che svolgono un ruolo essenziale, nel settore dell’informazione, dell’editoria, della cultura, come negli altri settori economici, perché sono una realtà diffusa , dinamica, capace di tutelare l’occupazione qualificata, di fare innovazione e di contribuire perciò alla ripresa economica. E mentre in tutto il mondo cresce l’attenzione e l’interesse per la forma cooperativa vista come strumento per sostenere il rilancio dell’economia, appare paradossale che proprio in Italia si operino scelte di Governo che non sostengono in alcun modo un patrimonio imprenditoriale tanto ricco e consolidato come quello della cooperazione del nostro paese .
Come organismi di rappresentanza, in questo difficile fase, abbiamo la grossa responsabilità di tutelare gli interessi del movimento cooperativo e di promuoverne lo sviluppo. E’ questa anche la motivazione di fondo che ha guidato la nostra scelta di avviare, insieme a Confcooperative ed Agci un percorso di intensa cooperazione per dare più forza alle cooperative e meglio rappresentarle nei confronti delle istituzioni, nazionali e sovranazionali. Un scelta sancita recentemente dalla costituzione della Alleanza Cooperative italiane. E’ un impegno , il nostro, certamente difficile e complesso, ma sostenuto con forza dall’obiettivo di tutelare i livelli di libertà e di democrazia economica attraverso la difesa e la promozione di imprese basate sulla partecipazione. Un obiettivo che l’impegno e la partecipazione a questo congresso di Mediacoop testimonia in pieno. Grazie a Medicoop perché si batte perché l’articolo 21 non sia sfregiato ulteriormente, e grazie al suo impegno che ha contribuito ad ottenere un parziale recupero per l’editoria. Ma la situazione è comunque grave e, rispetto al quadro che ci si presenta, voglio chiarire alcuni punti: dei rifiuti decisi, ma anche delle proposte. Il mio primo no, deciso è alla legge “Bavaglio”: non è emendabile e, se sarà approvata, la sottoporremo subito alla Corte Europea. Il secondo no è la bozza di regolamento “manetta” che propone la rotazione settimanale e obbligatoria dei programmi di approfondimento, presentata in commissione parlamentare di vigilanza, dal senatore berlusconiano Butti. La proposta, provocatoria e a senso unico, è da buttare. Sono invece favorevole invece alla proposta, del Centro destra presentata dall’on Mazzucca per una riforma semplificatrice dell’Ordine dei Giornalisti.
Ma in particolare voglio illustrare una proposta che riguarda la Legge sulla Editoria.
In assenza di qualsiasi proposta organica da parte del Governo, in attesa di un annunciato e mai presentato testo di Bonaiuti, il risultato è che si operano dei tagli senza un criterio guida e che la discussione si concentri solo sul Regolamento per la ripartizione dei fondi. Poiché però credo che le proposte presentate in questo congresso possano costituire l’ossatura per un disegno condiviso, di Legge sulla Editoria , allora la mia proposta è quella che noi come opposizione presentiamo un testo di riforma articolato su cui confrontarsi e discutere. Su questo testo la maggioranza potrà decidere di confrontarsi, convergere ed emendarlo, oppure potrà decidere di riproporre un suo diverso testo di riforma. Solo se abbiamo un testo su cui discutere infatti avranno senso gli stati generali dell’editoria.
Condivido la intelligenza e la serietà delle proposte di Mediacoop per alimentare il fondo dell’editoria con una tassa di scopo Ma a questo proposito aggiungo: la tassa dell’0,1% del fatturato dovrebbe essere imposta sui grandi Gruppi televisivi e si tratterebbe i una fondo di solidarietà di un reintegro. Sembrerebbe impossibile ma una iniziativa analoga di tassa di scopo in Francia è stata già assunta nei confronti dei Grandi gruppi telefonici e televisivi .
On Giuseppe Giulietti – Gruppo Misto – sintesi intervento
Grazie a Medicoop perché si batte perché l’articolo 21 non sia sfregiato ulteriormente, e grazie al suo impegno che ha contribuito ad ottenere un parziale recupero per l’editoria. Ma la situazione è comunque grave e, rispetto al quadro che ci si presenta, voglio chiarire alcuni punti: dei rifiuti decisi, ma anche delle proposte. Il mio primo no, deciso è alla legge “Bavaglio”: non è emendabile e, se sarà approvata, la sottoporremo subito alla Corte Europea. Il secondo no è la bozza di regolamento “manetta” che propone la rotazione settimanale e obbligatoria dei programmi di approfondimento, presentata in commissione parlamentare di vigilanza, dal senatore berlusconiano Butti. La proposta, provocatoria e a senso unico, è da buttare. Sono invece favorevole invece alla proposta, del Centro destra presentata dall’on Mazzucca per una riforma semplificatrice dell’Ordine dei Giornalisti. Ma in particolare voglio illustrare una proposta che riguarda la Legge sulla Editoria. In assenza di qualsiasi proposta organica da parte del Governo, in attesa di un annunciato e mai presentato testo di Bonaiuti, il risultato è che si operano dei tagli senza un criterio guida e che la discussione si concentri solo sul Regolamento per la ripartizione dei fondi.
Poiché però credo che le proposte presentate in questo congresso possano costituire l’ossatura per un disegno condiviso, di Legge sulla Editoria , allora la mia proposta è quella che noi come opposizione presentiamo un testo di riforma articolato su cui confrontarsi e discutere. Su questo testo la maggioranza potrà decidere di confrontarsi, convergere ed emendarlo, oppure potrà decidere di riproporre un suo diverso testo di riforma. Solo se abbiamo un testo su cui discutere infatti avranno senso gli stati generali dell’editoria.
Condivido la intelligenza e la serietà delle proposte di Mediacoop per alimentare il fondo dell’editoria con una tassa di scopo Ma a questo proposito aggiungo: la tassa dell’0,1% del fatturato dovrebbe essere imposta sui grandi Gruppi televisivi e si tratterebbe i una fondo di solidarietà di un reintegro. Sembrerebbe impossibile ma una iniziativa analoga di tassa di scopo in Francia è stata già assunta nei confronti dei Grandi gruppi telefonici e televisivi .
Elisa Grande, Dipartimento Editoria, Presidenza Consiglio dei Ministri – sintesi intervento
Se si riportasse ad 80 milioni lo stanziamento previsto per il Fondo editoria, le riserve a disposizione del Dipartimento per l’informazione e l’editoria ammonterebbero a 170 milioni di Euro; se le richieste del contributo restassero uguali a quelle dello scorso anno, la Presidenza del Consiglio riuscirebbe, quindi, a garantire il 93% del contributo, forse anche il 100%. È stato questo il punto centrale dell’intervento di Elisa Grande, Capo dipartimento per l’Informazione e l’editoria di Palazzo Chigi, al Congresso di Mediacoop. La Grande ha inoltre confermato che si sta lavorando ad un regolamento per la ripartizione delle somme stanziate per la pubblicità istituzionale e che per la prossima settimana è previsto un incontro tra Poste s.p.a. ed il Ministero dello Sviluppo Economico per trovare una soluzione al problema delle tariffe postali agevolate per le Onlus relative al 2010.
Onorevole Paolo Gentiloni, PD – sintesi intervento
Una grande trasformazione ha interessato tutti i mezzi ed i settori della comunicazione, portando con se anomalie e concentrazione di potere sull’informazione. In due anni sono state adottate un elenco notevole di misure che nel insieme sono scarse e bisogna sapere che dietro sono presenti anomalie del sistema, di tutela di posizioni dominanti a scapito della concorrenza di cui essere consapevoli per porre un argine e sulle quali l’autorità deve operare controlli di legittimità. Io non credo a grandi riforme di sistema nell’attuale contesto politico, credo che l’Editoria cooperativa possa lavorare su una nuova e più forte delineazione del settore, come alternativa alla crisi, un modo distintivo per interpretare e tutelare un “bene comune” l’informazione come servizio pubblico.
Conclusioni – Giuliano Poletti, Presidente Legacoop
All’impronta della costruzione della prospettiva quelle del Presidente Poletti che, alla fine della prima giornata di lavori del 2° Congresso di Mediacoop, prova a suggerire una traccia di lavoro ai delegati convenuti. Il tono particolarmente appassionato, stimolato evidentemente dall’intervento provocatorio di Mucchetti, Poletti si dice “certo della capacità di porsi nuovi obiettivi da parte di questo settore che non siano solo quelli del breve periodo, legati cioè alla fondamentale lotta per la sopravvivenza, ma anche quelli ineludibili della continuità, del futuro”. “Vedo tanta capacità di cambiare – aggiunge – e di riposizionarsi, non vedo un automatismo tra il disastro incombente e il destino ineluttabile di noi che ne dobbiamo essere travolti”. “Occorre raggiungere scale dimensionali sufficienti a creare una condizione di competitività sul mercato. E’ la nostra mission – prosegue – quella di interpretare i bisogni della comunità e di dare risposte adeguate a quella comunità e a quel territorio che per noi sono sempre un serbatoio di risorse e di idee”. Da qui si riparte, dunque, secondo Poletti, dalla dimensione locale e dalla capacità dinamica del settore, dalla forza che il movimento cooperativo avrà di integrare la polifunzionalità delle professionalità, iniziando ad uscire dalla concezione della contribuzione pubblica come principale fonte di finanziamento. “Le esigenze degli anni Settanta – spiega Poletti – non sono le stesse di oggi. Ho visitato di recente una Cooperativa specializzata nella stampa di libri universitari. Un’attività che come è stato ben spiegato è spesso in perdita. Questi cooperatori si sono riconvertiti, diciamo, hanno cioè creato tutta una serie di servizi per gli studenti, offrendo persino loro la possibilità di trovare casa attraverso la propria rete”. “Questa è la capacità di reinventarsi che intendevo, ognuno per le diverse specificità che rappresenta. Processo non facile, che richiede di spostare la nostra ottica su nuovi strumenti e mezzi”. “Naturalmente – conclude Poletti – la battaglia politica che ci viene richiesta e imposta dallo stato dell’arte è immediata e inevitabile: non ne va solo della sopravvivenza delle nostre imprese , ma pure di quel pezzo di democrazia e di libertà che il vostro lavoro e impegno rappresenta nel Paese”
fonte: Legacoop