Comunicato congiunto Legacoop Lazio e Confcooperative Roma Capitale
E’ del 17 marzo scorso il comunicato USB Roma che interviene nel dibattito sul nuovo bando di iscrizione ai nidi comunali per l’anno 2017-2018.
L’USB entra nel merito della questione, invitando il Comune di Roma a prevedere l’obbligatorietà di scelta dei nidi comunali da parte delle famiglie per non “alimentare i soggetti privati che in nome del “dio” profitto mettono da parte i diritti delle operatrici dei nidi convenzionati che si trovano a lavorare con scarsi diritti e stipendi da fame”.
I nidi convenzionati a gestione privata, che fanno parte del sistema integrato, sono più di 200 e occupano più di 2000 operatori, in prevalenza donne. Grazie anche a queste realtà, in parte gestite da cooperative sociali, il sistema romano dei servizi educativi 0-3 anni è un’eccellenza a livello nazionale.
Lascia sconcertati come l’USB, che dovrebbe occuparsi della tutela dei lavoratori, possa chiedere formalmente al Comune di Roma di mettere a repentaglio il lavoro di centinaia di operatrici attive e regolarmente impiegate presso i nidi convenzionati.
Anzi no, perché l’USB trova una via d’uscita visto che “si aprirebbero spazi di internalizzazione del personale oggi occupato presso i nidi convenzionati grazie anche alla prossima uscita dei nuovi bandi per le supplenze”. In sostanza, via il lavoro stabile assicurato dai nidi convenzionati e largo al precariato delle supplenze.
Senza contare che le operatrici, in qualità di socie delle stesse cooperative, rappresentano quei soggetti privati che, per l’USB, opererebbero col solo scopo del profitto. L’USB dovrebbe sapere che le cooperative sociali sono imprese in cui il profitto rappresenta un bene comune, che si reinveste anche e soprattutto per garantire la continuità lavorativa, e che contrappongono al dilagante individualismo la produzione di valore sociale.
Valore sociale che, in questo caso, va a vantaggio di centinaia di bambini e famiglie, che verrebbero di punto in bianco vincolati nella scelta di un servizio basilare. Scelta che non può essere limitata perché prende in considerazione tanti aspetti, fra cui la posizione, il metodo pedagogico, l’organizzazione degli spazi e, forse la più importante, il rapporto di fiducia basato sul valore della relazione.
Si legge sempre nel comunicato che l’Assessora Baldassarre sarebbe tornata sui suoi passi perché, la proposta di dare alle famiglie 6 opzioni di scelta tra cui 5 prioritarie verso i nidi comunali, “ha scatenato il malcontento fra le centrali cooperative”. Sicuramente conveniamo con l’USB su questo ultimo punto.
Ci perdonerà l’Unione Sindacale di Base se, almeno noi, abbiamo a cuore il lavoro dei nostri cooperatori e la libertà di scelta di centinaia di genitori.