A nulla sono serviti tavoli, lettere, incontri e manifestazioni. La Giunta capitolina ha deciso, con la deliberazione n.49 del 30/03/17: i nidi convenzionati, nel bando 2017/2018, potranno rappresentare solo una scelta di quarta fascia per le famiglie romane.
Nella deliberazione si evidenzia come sia necessario “riconsiderare l’intero processo di acquisizione di posti/nido presso le strutture private accreditate, al fine di assicurare il pieno utilizzo degli asili nido capitolini e contenere i costi di gestione complessiva del servizio”. A questa deliberazione è seguita la richiesta perentoria, giunta direttamente alle strutture convenzionate, di compiere alcuni adempimenti entro il 5 aprile 2017, data ultima per la presentazione della manifestazione d’intenti.
Di fatto, con questi atti, si pone fine all’esperienza dei nidi convenzionati nella Capitale, che aveva permesso al Comune di Roma di rappresentare un’eccellenza nei servizi scolastici 0-3 anni.
La deliberazione indica chiaramente tre scelte prioritarie tra i nidi a gestione diretta e, solo come riserva, l’indicazione di eventuali tre nidi convenzionati. Deroghe a queste linee guida sono previste solo per le famiglie con bambini disabili, per chi risiede a meno di 300m da un nido convenzionato e per le famiglie con bambini già iscritti presso strutture convenzionate per l’anno 2017/2018.
D’ora in poi le famiglie porteranno i loro figli nei nidi comunali, non importa se distanti da casa o scomodi da raggiungere a causa del traffico. Per una scelta così importante non potranno tener conto di aspetti come il metodo pedagogico, l’organizzazione degli spazi e forse, primo fra tutti, il rapporto di fiducia basato sul valore della relazione. L’obiettivo è, evidentemente, razionalizzare le risorse del Comune, senza considerare cosa questo possa rappresentare per centinaia di cittadini romani.
Con la probabile chiusura di decine di nidi in convenzione, scatterà anche l’emergenza occupazionale per i circa 2000 operatori, in larga parte donne, attualmente impiegati presso queste strutture. Un secondo danno collaterale trascurabile, a quanto pare.
Lascia sgomenti questa deliberazione, questa scelta miope che si ripercuoterà sulla qualità di vita di una grossa parte della popolazione e che contribuirà a rendere Roma una città sempre meno vivibile.
Chiediamo pertanto alla Sindaca Raggi di convocare un tavolo tecnico, entro il prossimo 5 aprile, data ultima per la presentazione delle manifestazioni d’intenti da parte delle strutture convenzionate.
Chiediamo che sia ascoltata la voce di quelle famiglie e di quegli operatori che, con questa scelta, si trovano davanti ad un futuro incerto e difficile.