“Il ritiro dell’Occidente, a 20 anni dall’arrivo degli USA in Afghanistan, rischia di riportare indietro le lancette della storia e dei diritti delle donne. Non possiamo permetterlo” – così Mauro Lusetti, Presidente Legacoop Nazionale, e Annalisa Casino, Presidente Commissione Pari Opportunità Legacoop, poche ore dopo la presa del potere da parte dei talebani, dopo il ritiro delle forze occidentali dal Paese.
Legacoop ha deciso di sostenere così chi lavora sul campo per contrastare questo rischio, a partire dal progetto di Fondazione Pangea Onlus presente dal 2003 a Kabul a fianco delle donne con un circuito di microcredito e interventi di formazione e sostegno.
Con il Progetto Jamila, nell’area urbana di Kabul, in diversi quartieri di periferia ha attivato un circuito di microcredito, integrato con altri servizi di tipo educativo e sociale. “Ci rivolgiamo – raccontano – a donne estremamente povere, per la maggioranza analfabete e con problemi familiari (vedove, orfane con handicap, con famiglie estremamente numerose, con mariti malati…) ma fortemente motivate nel voler contribuire alla loro vita e a quella del loro nucleo familiare avviando un’attività di microimprenditoria familiare o individuale”.
Dal 2008 il Progetto Jamila permette alle donne che hanno seri problemi di salute di usufruire gratuitamente di visite mediche specializzate e, se incinte, di accompagnamento ad una maternità sicura. Durante tutta la durata del prestito, si organizzano presso i centri donna incontri e programmi di teatro partecipativo per imparare ad affrontare le situazioni discriminatorie che ognuna di loro vive nella quotidianità.
Quasi 5.000 donne hanno raggiunto grandi soddisfazioni nella vita di tutti i giorni attraverso questo programma. La maggioranza ha migliorato l’ammontare del reddito a disposizione per tutta la famiglia, si possono pagare le medicine e piccole spese, il cibo è maggiore e di migliore qualità. Inoltre migliora lo standard educativo delle donne stesse e quelle dei loro figli, che cominciano ad andare a scuola. Le donne diventano un esempio ed un orgoglio per l’intera famiglia e le vicine di casa, sanno scrivere e far di conto, la violenza familiare diminuisce e aumenta la stima in sé stesse: sorridono e iniziano a pensare al futuro, risparmiano e seminano pace.
“Abbiamo a cuore tutte le ragazze dello staff – raccontano a Pangea – e conosciamo tutte le nostre beneficiarie e i loro bambini. Ovviamente il progetto cambierà nelle prossime settimane, non abbiamo scelta. Non sappiamo ancora come. Dovremo agire di nascosto e nel silenzio ma Pangea non abbandonerà l’Afghanistan: continuerà a lavorare per le donne e i loro bambini. Al momento la nostra priorità è mettere in salvo lo staff afghano, donne che in questi anni hanno lavorato con coraggio per aiutare le donne. E che ora rischiano violenze, stupri e di essere uccise. Dobbiamo metterle in sicurezza per poter ricominciare presto ad aiutare le donne e i bambini a Kabul”.
“Quello di Pangea a Kabul – spiegano ancora – è un progetto fastidioso per i talebani. Non è un progetto sanitario utile anche ai talebani. Ma è un progetto di vitale importanza per le donne e i bambini di Kabul e non possiamo lasciarli soli. Come fa sempre Pangea, saremo trasparenti e onesti e rendiconteremo al centesimo quanto raccolto. Vi racconteremo le storie delle donne aiutate e dei loro bambini. E speriamo di tornare presto a mostrarvi foto e video con i loro sorrisi e i loro occhi felici”.
È possibile effettuare una donazione:
- Con un bonifico bancario: IT 05 P 05018 01600 000011063922 – BIC/SWIFT: CCRTIT2T84A c/o Banca Etica Milano – intestato a Fondazione Pangea Onlus – specificando la causale del versamento
- Con un versamento sul conto corrente postale: numero 36682953 – intestato a Fondazione Pangea Onlus – Milano
- Online con carta di credito o PayPal sul sito Pangea Onlus