“La rilevanza che nella missione V del PNRR “Inclusione e Coesione” viene attribuita alla casa, come perno intorno a cui ruota la costruzione di un’infrastruttura sociale, rischia di produrre scarsi risultati concreti se non si rivedranno le procedure per l’attuazione degli interventi previsti dal Programma Innovativo per la Qualità dell’Abitare, che della missione è parte integrante, particolarmente penalizzanti per soggetti, come le Cooperative di abitanti, che sarebbero tra i più adatti a realizzare interventi di reale impatto sociale.”
Lo sottolinea Legacoop Abitanti, nel corso dell’incontro “Forme in movimento”, organizzato a Roma, per approfondire lo stato e le prospettive delle politiche per l’abitare e l’housing sociale.
L’attuazione degli interventi del Programma Innovativo per la Qualità dell’Abitare appare, infatti, strettamente connessa alla conclusione di Accordi Quadro con diversi operatori economici sul modello di procedura di gara aperta prevista nel Codice dei Contratti Pubblici. Un modello che, paradossalmente, risulta fortemente penalizzante proprio nei confronti di quei soggetti – in particolare le Cooperative di abitanti e di servizi, e in generale gli operatori del Terzo Settore – che sarebbero invece tra i più adatti alla realizzazione di interventi di forte impatto sociale.
E questo nonostante le finalità di molti dei Progetti selezionati nel P.I.N.Q.U.A. prevedano, quali elementi essenziali per il buon esito degli stessi, una molteplice tipologia di attività di gestione degli alloggi di social housing realizzati e di servizi alla persona e al territorio che sono patrimonio comune di competenze e capacità, consolidato nel tempo, delle Cooperative di abitanti, delle Cooperative sociali e delle Cooperative di lavoro.
Le stesse Cooperative, che in alcuni casi hanno promosso e condiviso i progetti con gli Enti locali, non possiedono però le qualifiche necessarie secondo le procedure finora adottate e di fatto non possono partecipare né concorrere nella attuazione dei progetti, con il rischio di vanificare il perseguimento degli obiettivi mirati al recupero e alla rigenerazione con finalità sociali di spazi residenziali e urbani.
In tal senso, il Partenariato per l’Innovazione permetterebbe non solo a qualsiasi operatore economico di formulare una domanda di partecipazione ad eventuali bandi di gara, ma anche di favorire la partecipazione di risorse private necessarie a sostenere le attività di gestione delle opere realizzate, considerando la permanente difficoltà dei Soggetti attuatori a finanziare le attività immateriali che invece qualificano i progetti di rigenerazione urbana e in particolare quelli di social housing di nuova generazione.
Per questo Legacoop Abitanti ha inviato al MIMS la richiesta di chiarire se, in capo ai Soggetti Beneficiari e/o ai Soggetti Attuatori (di cui alle definizioni dell’art. 1, c. 1, ll. j e k del Decreto Direttoriale Mims 804/2022), sia possibile avvalersi, per l’attuazione delle proposte ammesse a finanziamento, della forma del Partenariato Pubblico-Privato e in particolare del Partenariato per l’Innovazione, eventualmente sottoscritti con le tipologie di operatori economici e di associazioni quali ad esempio le Cooperative di abitanti, sociali e di lavoro.
Che la disponibilità di alloggi a prezzi accessibili sia un problema di assoluta rilevanza lo dimostrano gli ultimi dati Eurostat, rilevando che nell’ultimo quadrimestre del 2021 i prezzi delle case nell’Unione Europea sono cresciuti del 10% rispetto a un anno prima. Nel nostro Paese, in una città come Milano i prezzi sono cresciuti del 39% in cinque anni.
Inoltre, secondo il rapporto Nomisma su Abitare e Famiglie presentato a giugno, in Italia la difficoltà nel pagamento del canone di locazione si è ampliata dal 27,9% al 31,4% e cresce la domanda di forme di un “abitare arricchito” di servizi in grado di sostenere una condizione nella quale una famiglia su quattro ha una persona con un bisogno di cura tra i suoi componenti.