Di Alessandro Cardulli
ROMA – Posti in piedi nella sala dedicata a Federico Fellini. Va in scena, visto che ci troviamo dentro Cinecittà in un teatro che contiene qualche centinaio di persone, la cooperazione, l’impresa sociale con i suoi protagonisti. Raccontano problemi, propongono soluzioni, guardano in particolare al lavoro dei giovani, parlano di una nuova economia “ inclusiva e sostenibile”, la green economy in particolare, si rivolgono a Stefano Fassina, della segreteria del Pd, responsabile delle politiche economiche e del lavoro, chiedono impegni concreti, non fantasie, non promesse che durano fino alla conclusione della campagna elettorale . Cosa rappresenta l’economia sociale lo dice Angusto Battaglia che apre l’incontro. In Europa rappresenta il 10% di tutte le imprese, se ne contano oltre 2 milioni e garantiscono il 6% della occupazione. In Italia sono oltre 12 mila con quasi 400 mila occupati,impegnate prevalentemente nel settore dei servizi, ma anche nella logistica, nel trasporto e nella produzione di beni. In gran parte- sottolinea sono cooperative sociali. Ricorda l’appello lanciato da più di 240 ricercatori e accademici di 29 paesi europei. “Dalle parole ai fatti- scrivevano nell’ormai lontano 2010- sostegno alle cooperative e imprese sociali per un ‘ Europa più inclusiva,sostenibile e prospera”. E’ rimasto fino ad oggi lettera morta. “Il nuovo governo, il Parlamento, le Regioni e gli enti locali – prosegue- promuovano programmi di sviluppo territoriali tesi a valorizzare le risorse locali e a dare risposte ai crescenti bisogni delle famiglie e della comunità”.
Una grande stagione di legislazione cooperativa
Da qui la proposta di una Conferenza nazionale sull’economia sociale che porti a definire un piano nazionale pluriennale, che individui nell’impresa sociale una componente strategica di una nuova fase di sviluppo e di crescita civile del Paese”. Proposta che viene subito ripresa da Pino Bongiorno,presidente di Legacoop sociale Lazio che sottolinea come le coop abbiano retto l’urto della crisi pur in presenza di una totale disinteressa da parte dello stato, dei governi che si sono succeduti in un ventennio. dello Stato. Sottolinea che la “ riforma del sistema economico è un obiettivo concreto. Per questo occorre una nuova grande stagione di legislazione cooperativa partendo dal riconoscimento forte del lavoro svolto nel campo dei servizi sociali. Va sottratto- ha detto- il welfare alle logiche di mercato, avviando un percorso che realizzi una sussidiarietà matura. costruendo servizi da sottrarre alla logica del codice degli appalti per assegnare a percorsi maturi di co-progettazione e co-gestione nei quali la cooperazione sociale deve essere protagonista, rivolgendosi in particolare ai giovani”.Carlo De Angelis è il presidente del Consorzio Bastiani. Le varie “Agende” non sevono occorrono programmi, progetti concreti. Punto di partenza è il lavoro,la dignità del lavoro sociale. Le imprese del Terzo settore operano in una situazione difficile mentre potrebbero essere un volano di sviluppo del Paese.
Il territorio e il ruolo degli Enti locali
Il territorio e gli enti che vi operano possono dare un contributo notevole a queste imprese. Massimo De Simoni assessore alle attività produttive e al Bilancio del X Municipio parla del bisogno di “ un progetto di società con la persona al centro” e illustra le iniziative adottatate dal municipio cone gli avvisi pubblici per iniziative sociali. Lo stato- sottolinea-<deve legiferare, favorire la nascita e lo sviluppo della cvooperazione delle imprese sociali. Ben venga la conferenza nazionale che deve vedere la partecipazione anche degli Enti locali. Eugenio De Crescenzi, presidente Solidarietà nazionale Agc, parla della “ qualità della cittadinanza “ delle comunità di cittadini, delle azioni strutturali che diano certezze alle cooperative. Guarda all’ Europa che deve essere chiamata in causa. Maurizio Marotta, vicepresidente di Legacoop Lazio e presidente del Consorzio Coin con la “ storica “ cooperativa di Capodarco ,rileva che questi settori così importanti per il<presente e il futuro delPaese siano tenuti ai margini della politica. Ci si ricorda delle cooperative, dell’impresa sociale solo quando c’è bisogno di un loro interventi oer sanare qualche situazione,lo rileverà anche Fassina nelle conclusioni. Parla di vere e proprie “ vessazioni” che si devono subire,allaga lo sguardo all’Europa, ad una legislazione che superi i nostri confini. Ma occorre muoversi, farsi sentire, denunciare ciò che non va ed avanzare proposte.
La politica dica da che parte sta
Alla “ politica “ si richiama anche Mario Mongi, presidente del Consorzio Solco. “ La politica- afferma- deve dire da che parte sta. Sempre più in questo Paese si incrociano rassegnazione e ribellione. La politica deve intervenire, ritrovare \credibilità, intervenire a sostegno di chi crea lavoro, risponde ai bisogni dei cittadini. Bene la conferenza purché non sia un luogo astratto. Francesco Sagone affronta la questione dell’Iva che l’Europa vuole portare al 10% dall’ attuale 4%. Noi , dice, produciamo,vendiamo, diamo lavoro, rispondiamo a bisogno reali dei ci, un movimento nato nel 1993 per integrare le culture cattolica e progressista. Parla di “ costruttori di una rete sociale” che si deve sviluppare nei territori, sollecitando partecipazione dei cittadini. Alberto Valentini,responsabile Progetto Union Camere Terzo settore parla della necessità di un “ riequilibrio” fra i diversi soggetti economici con lo stato in funzione di “ regolatore” per assicurare sviluppo ad un settore che vede operare insieme uomini e donne, giovani e anziani in imprese sociali al servizio di tutti.
Il nuovo governo convocherà la conferenza di coop e imprese sociali
Fassina offre un quadro sintetico delle posizioni e degli impegni che prende il Pd e la coalizione di centrosinistra quando sarà al governo del Paese. Oggi rileva il Terzo settore viene considerato l’ultimo. Bisogna rovesciare questa impostazione fondando la nostra economia su tre pilastri, il pubblico, il privato, il terzo settore appunto. Lo sviluppo sostenibile è l’obiettivo che dobbiamo porci e raggiungere, un cambio di passo della politica, ma anche della cultura come chiedono gli economisti che hanno firmato quell’appello che noi riprendiamo..Parla di insostenibilità della rotta che è stata intrapresa in Europa e in Italia. Da qui nascono il debito pubblico, le tante emergenze che ogni giorno ci segnalano gli indicatori economici e sociali. Noi al governo organizzeremo la “ conferenza nazionale della cooperazione e dell’impresa sociale-annuncia- come avete richiesto. Vogliamo discutere dei piani, dei progetti delle imprese, delle regole, del ruolo del pubblico, dello Stato, teoria, cultura da affrontare insieme ai soggetti che stanno oin campo”. Annuncia la proposta che tanto sta a cuore di questi imprese perché lo Stato affronti e risolva il problema dei debito che ha nei confronti delle aziende..parla di tit di stato del valore di 10 miliardi ogni anno, fino a cinque anni per saldare i conti. Poi il rifinanziamento del Fondo sociale passato da due miliardi e 6oo milioni al tempo del governo Prodi agli attuali 40 milioni.
Se tornano zombi sarà un film dell’horror
Poi occorre una legge sull’autosufficienza che risponda alle esigenze che nascono dall’invecchiamento del Paese. Conclude che con queste elezioni non si elegge solo un Presidente del Consiglio che auspichiamo sia Bersani in grado di portare il Paese fuori dagli scogli guardando al futuro con qualche ottimismo., aprendo una nuova fase politica nella storia del Paese.” Se ci saranno zombi che tornano.-conclude Fassina- sarà un film dell’horror che nessuno di noi vuol vedere”