Roma, 5 gennaio 2012 – La possibilità di costituire società tra professionisti è una leva importante per sviluppare l’economia della conoscenza e modernizzare il Paese. Per questo è necessario che il Governo vari rapidamente i regolamenti attuativi dell’art. 10 della legge di stabilità che, dopo più di settanta anni, ha cancellato l’anacronistico divieto per i professionisti di esercitare la loro attività in forma societaria.
L’invito viene espresso da Legacoop e CIU che da tempo sono impegnate in un’attività di promozione dell’idea delle società tra professionisti, con particolare attenzione al modello cooperativo considerato come strumento ideale per l’organizzazione in forma associata delle attività professionali.
“Oltre a garantire la dignità del ruolo del professionista e la piena partecipazione del singolo socio alla definizione delle decisioni e delle scelte” -sottolinea Giuliano Poletti, Presidente Legacoop- “la forma cooperativa risponde positivamente anche alle preoccupazioni espresse dagli ordini professionali circa la potenziale invasività dei soci di capitale: la disciplina civilistica delle cooperative, infatti, prevede che, indipendentemente dall’entità della partecipazione al capitale, la categoria dei soci finanziatori non possa avere un peso decisionale superiore ad un terzo dei voti esprimibili in assemblea né avere più di un terzo dei membri del consiglio di amministrazione. In questo modo, i soci professionisti mantengono il pieno controllo della propria società e delle proprie competenze, mentre i soci finanziatori hanno solo un ruolo strumentale al raggiungimento degli obiettivi della società”.
Senza dimenticare che il modello societario cooperativo offre l’opportunità di gestire prestazioni e competenze multidisciplinari e quindi di offrire ai clienti servizi professionali diversificati e di livello elevato; la cooperativa può quindi rappresentare uno strumento importante per valorizzare nuove competenze, contribuendo a superare le resistenze che oggi si frappongono all’accesso dei giovani alle professioni.
“L’importante risultato legislativo conseguito in Italia con le ‘Cooperative tra professionisti’, anche a seguito delle iniziative di LegaCoop e CIU” -sottolinea Corrado Rossitto, Presidente CIU e Consigliere del CESE- “è motivo di attenzione da parte dell’Unione Europea, che potrà inserire detto modello nelle politiche europee finalizzate alla competitività e all’innovazione sociale, soprattutto guardando alla giovane generazione di professionisti. Probabilmente nell’anno corrente l’Unione Europea disciplinerà la materia dell’economia cooperativa e pertanto per il Governo italiano vi è lo stimolo di varare rapidamente i regolamenti attuativi, acquisendo un precedente italiano in campo europeo. In tal senso, in particolare in una fase di crisi occupazionale, va anche la richiesta del recepimento della Direttiva 2005/36/CE che prevede la possibilità, per i quadri e i dirigenti con lunga esperienza, di iscriversi ad albi professionali”.
fonte: Legacoop