oma, 12 ottobre 2011 – Il servizio civile rappresenta un’occasione unica di crescita per i giovani ed una ricchezza per tutto il Paese per il contributo che offre alla valorizzazione del “bene comune”; insomma, un patrimonio civile che merita di essere seguito e tutelato e che, invece, rischia di essere impoverito e consegnato all’incertezza per la mancanza di una visione unitaria delle istituzioni e per gli incomprensibili ritardi nell’approvazione della riforma della legge di riferimento.
È questa, in sintesi, la valutazione emersa da un convegno, organizzato da Legacoop, svoltosi il 12 ottobre, nel corso del quale è stata presentata una ricerca sull’esperienza vissuta dai giovani volontari che hanno svolto dodici mesi di servizio civile presso le cooperative aderenti.
All’iniziativa sono intervenuti Giuliano Poletti, Presidente Legacoop, Giorgio Bertinelli, Vice Presidente Legacoop,Sabrina Mancini, Responsabile Servizio Civile Legacoop, Lucia di Donato, Legacoop Lazio,Emanuele Rossi, Dottore di Ricerca dell’Università La Sapienza di Roma, Carlo Giovanardi, Sottosegretario di Stato con delega al Servizio Civile Nazionale, il Professor Paolo De Nardis, Ordinario di Sociologia all’Università La Sapienza di Roma, Primo Di Blasio Presidene CNESC, e giovani volontari testimoni diretti dell’esperienza nel servizio civile.
“L’esperienza del Servizio Civile in Legacoop” -ha spiegato Giuliano Poletti Presidente Legacoop- “produce buoni risultati di valore individuale e sociale, per i volontari, le cooperative, e gli utenti coinvolti. È un Istituto da sostenere ed incrementare, provando ad immaginare nuove strade e modalità, dove tutti i soggetti, a partire dalle Istituzioni, abbiano una visione unitaria, e non frammentata a livello territoriale”.
La ricerca, realizzata a partire dai racconti dei giovani (1.517 negli ultimi quattro anni, impegnati in 219 progetti), è stata quindi presentata da Emanuele Rossi e commentata dal Professor Paolo De Nardis. “La ricerca qualitativa ‘Un anno per cambiare’ analizza i ‘diari di bordo’ dei volontari dal 2006 al 2009, materiale vivo e immagine fedele dell’esperienza”, -ha spiegato Rossi- “da cui è emerso con chiarezza che, oltre ad offrire un’opportunità di ‘formazione professionale’, il servizio civile rappresenta un’occasione di arricchimento personale, non solo per i volontari; in termini di creazione di rapporti interpersonali, sviluppo di attitudini, assunzione di responsabilità, fiducia e solidarietà”. Le cooperative, ha sottolineato, hanno accolto in modo coinvolgente i partecipanti in un ambiente propositivo e motivante. “L’esperienza muta la persona” -ha commentato De Nardis-“si evince un recupero dell’alterità, il trovare appassionante il prendersi cura degli altri, riconoscere nella relazione la forma più squisita del capitale umano e del legame sociale”.
Del resto, che il grado di coinvolgimento nell’esperienza del servizio civile sia elevato è testimoniato anche dal fatto che alcuni giovani, studenti universitari, hanno deciso di modificare il piano di studi che avevano presentato, mentre altri hanno presentato tesi di laurea centrate sul servizio civile.
“Sono proprio i giovani” -ha sottolineato Sabrina Mancini -“che con il loro impegno nei progetti e con l’accompagnamento degli enti svolgono un ruolo di primo piano in attività dirette a tutelare e valorizzare quei beni comuni (territorio, ambiente, integrazione sociale, solidarietà, fiducia nei rapporti sociali e verso le istituzioni) la cui reale disponibilità all’interno di una comunità è il segno di una società sana, civile, solidale e coesa”.
Insomma, il “vissuto” del servizio civile è un qualcosa di particolarmente importante che non può essere sottovalutato; è un qualcosa che “fa bene” non solo ai giovani, ma anche alla società nel suo complesso, rinsaldando quel sottile filo rosso che da sempre lega i cittadini alla comunità e la comunità ai cittadini.
Nel momento in cui sembra essere predominare l’idea che l’identità personale dell’individuo sia spesso solo una mera proiezione dell’“io”, il servizio civile rappresenta una proposta alternativa, l’opportunità di costruire un’identità insieme all’altro, attivando così un importante processo che attraverso la condivisione rende possibile il raggiungimento di obiettivi comuni. Un elemento particolarmente importante nell’attuale momento di crisi, che produce inevitabili riflessi anche sui sistemi di valori e sulla coesione sociale e che rende più che mai necessario riacquistare fiducia in se stessi, avere il coraggio di assumersi la responsabilità del fare e non del lasciar fare ad altri.
“Del resto” -ha osservato Primo Di Blasio- “le regole di mercato impoveriscono il circuito di reciprocità e solidarietà, ed il Servizio Civile è un istituto moderno, uno spazio per sperimentare e creare energia per costruire un futuro nuovo”.
“Questa ricerca mi aiuta a riassumere lo Stato del Servizio Civile in Italia” -haspiegato il SenatoreCarlo Giovanardi- “insieme a Legacoop, agli enti ed alle associazioni che si occupano di difendere il Servizio Civile Nazionale, inteso come forma volontaria di scelta ed impegno di cittadinanza attiva.
Giovanardi ha chiamato in causa le Regioni, sostenendo che debbono contribuire al Fondo nazionale per il Servizio civile, non limitandosi a finanziare i progetti regionali. “Oggi” -ha osservato- “circa il 53% dei pochi fondi a disposizione vengono destinati a progetti scelti dall’Ufficio nazionale del Servizio civile ed il resto a progetti scelti dalle Regioni, ma le risorse provengono dallo Stato; è una discrepanza che va risolta”. Giovanardi ha inoltre auspicato che venga approvata la proposta di Riforma del servizio civile, mirata a valorizzarne gli aspetti formativi e migliorare i parametri nazionali in conflitto con quelli territoriali, che, consegnata nei primi mesi del 2010 alla Commissione Affari Costituzionali del Senato, non è ancora stata calendarizzata.
Un aspetto, questo, che, insieme alla frammentazione territoriale consegna il Servizio civile ad una situazione di incertezza difficile da gestire.
“Anche in questo periodo, nonostante ci sia un bando di selezione aperto” -ha aggiunto Mancini in merito- “si parla già della prossima progettazione sulla quale però esiste un grande punto interrogativo: quanti giovani potranno vivere questa esperienza nel 2013? Nel 2006 erano quasi 46.000, nel bando 2011 è previsto l’avvio di 20.100 volontari, nonostante la supervisione del Sottosegretario”. Mancini ha quindi espresso l’auspicio che le istituzioni siano consapevoli della necessità di dedicare maggiore attenzione alla cittadinanza attiva, all’educazione, allo sviluppo del senso civico ed al rispetto delle regole e della legalità; un’attenzione indispensabile per guardare con più serenità al futuro dei giovani e del Paese.
Il Vicepresidente di Legacoop, Giorgio Bertinelli, ha concluso i lavori commentando la ricerca presentata e sottolineando che costituisce la testimonianza di “un lavoro organizzato con attenzione, una scelta che Legacoop svolge cercando di mantenere un buon livello qualitativo”.
“La ricerca ‘Un anno per cambiare: il Servizio Civile in Legacoop’, pubblicata con il contributo di Coopfond” -ha detto Bertinelli- “è un modo per ricordare e condividere buone prassi, affinché siano un orientamento pratico ed attendibile. La cooperazione, i suoi valori, gli ambiti nei quali opera, che ben si evincono nel lavoro svolto da Emanuele Rossi, fanno sì che l’incontro tra Legacoop, il Servizio Civile ed i giovani, avvenga come un ‘incontro naturale’, poiché la cooperazione è un luogo dove persone, bisogni, solidarietà, idee e buone prassi possono convivere”.
Un ringraziamento a tutti i volontari che hanno portato le loro testimonianze durante l’incontro, permettendo alla platea presente di condividere e partecipare emotivamente ad esperienze di grande valore.
Per approfondimenti: Emanule Rossi – 2011, “Un anno per cambiare. Il Servizio Civile in Legacoop”, Armando Editori.