“Nel rilanciare l’economia dobbiamo fare uno scatto culturale fondamentale e pensare alle persone socialmente fragili come un volano e non come un freno. Del resto non possiamo raggiungere gli obiettivi che ci dà l’Europa (arrivare, per esempio, al 2020 con il 75% dei disoccupati in meno) se non includiamo nel mondo del lavoro e diamo un’opportunità a chi nella vita ha avuto qualche opportunità in meno”.
Lo ha detto l’assessore al Sostegno Sociale e Sussidiarietà di Roma Capitale, Rita Cutini, che – in occasione della Settimana del Buon Lavoro- ha scelto di dare il via ad un tour nelle cooperative di inclusione sociale di Tipo B.
Il tour all’interno delle cooperative sociali di tipo B durante la Settimana del Buon lavoro è iniziato dalla “Città dei mestieri” allestita da New Horizons in una struttura confiscata alla malavita romana, nota per essere stata il quartier generale della banda della Magliana. Oggi, al suo interno, è stato realizzato un “emporio del riciclo solidale”,
“La cooperativa lavora nel campo dalla raccolta degli indumenti. Stiamo parlando dei cassonetti gialli ormai presenti diffusamente a Roma attorno ai quali è stata organizzata una vera e propria filiera industriale che arriva fino al riuso o sotto forma di pezzame o di abiti riammodernati- ha spiegato il presidente di Legacoop Sociali Lazio, Pino Bongiorno-. Si sono sottratte così migliaia di tonnellate di materiale a quell’enorme mole di rifiuti indistinti che sarebbe finito tra i cassonetti, alleggerendo così l’attività dell’Ama. Sulle macerie di un sistema economico che ha prodotto guasti inenarrabili, credo bisogna dare valore a questa attività, perché genera un’economia positiva”.
“Attraverso il riuso, da un indumento senza ormai più nessun valore economico, si è prodotto qualcosa che è tornato sul mercato acquistando valore- ha aggiunto-. Dal nulla si è prodotta ricchezza oltre ad aver creato occupazione, portato in trasparenza attività che spesso navigano nell’economia sommersa e nell’illegalità, realizzato integrazione lavorativa”.
“Quanto vale economicamente tutto ciò? – ha chiesto Bongiorno, che ha proposto di realizzare un grande progetto di partenariato tra pubblico e privato sociale, nel quale le tre centrali cooperative potrebbero portare anche le risorse dei propri fondi mutualistici e creare un enorme mercato del riuso che vada dagli abiti, ai giocattoli, ai computer, ai telefonini, ai mobili, etc…” La cooperazione sociale ritiene che questo mercato possa essere molto apprezzato dai cittadini, oltre a creare una positiva cultura del riutilizzo, della lotta agli sprechi e produrre un enorme positivo impatto ambientale e sociale” ha concluso il presidente Bongiorno.