SICUREZZA NEL PORTO, UN CV RICCO DI ENCOMI PER IL GRUPPO ORMEGGIATORI E BARCAIOLI DI CIVITAVECCHIA

Firmata da J. K. Rowling prima di essere riposta in una teca, chiusa in un forziere, affidata alle mani del comandante e poi trasportata a bordo per raggiungere i più importanti porti dell’America: l’attesissima prima copia statunitense di “Harry Potter e il principe mezzosangue” veniva inaugurata così, con un lancio internazionale sul transatlantico RSM Queen Mary 2. I più giovani ricordano la figura fiera di questa nave che si staglia nell’Oceano: eppure, le avventure e disavventure che l’imbarcazione ha vissuto da quel giorno tra i “babbani” sono tante. Con i suoi 345 metri di lunghezza, seconda al mondo per grandezza interna, viaggia in sette giorni tra Southampton e New York.

Il 4 agosto è in sosta in Italia. Raffiche di vento da 55 nodi da Sud-Ovest, temporale in arrivo, una tromba d’aria e le cime di ormeggio si spezzano. Non resistono alla forza del vento: l’ammiraglia della Cunard Line si stacca così improvvisamente dalla banchina del porto di Civitavecchia, lasciando cadere in mare la passerella e rischiando di colpire la Norwegian Breakaway e lo yacht Opera. Cavi di prua e poppa divelti. Chi è in porto inizia a twittare e a diffondere sul web le immagini. Ma la nave non rimane per molto alla deriva. Solo finché, nonostante le condizioni metereologiche avverse e il rischio elevato, i soci cooperatori del Gruppo ormeggiatori e barcaioli di Civitavecchia intervengono in soccorso della nave, insieme a piloti e rimorchiatori, riportando il tutto alla normalità e garantendo il regolare svolgimento dell’attività in porto con l’entrata e uscita delle altre navi.

“E’ solo uno degli interventi dei quali andiamo più fieri e per i quali abbiamo ricevuto degli encomi – ha raccontato il presidente della cooperativa associata a Legacoop Lazio, Giorgio Pilara -. Siamo orgogliosi dei tanti ringraziamenti ricevuti negli anni, perché esaltano le qualità professionali degli ormeggiatori, lavoro riservato a soggetti provvisti di specifici requisiti, assunti attraverso un bando di concorso pubblico indetto dalla locale Autorità Marittima ed iscritti in appositi registri a cura del comandante del Porto – ha spiegato-. Tutti gli ormeggiatori di Civitavecchia, infatti, sono in possesso di titoli professionali necessari alla conduzione dei mezzi nautici in dotazione al gruppo”. Fanno fieramente parte di un modello da esportare in tutto il mondo. “Il servizio di ormeggio rientra in quelli tecnico nautici ancillari alla nave al fine di assicurare il transito, la manovra e la sosta in porto in condizioni di sicurezza, nell’interesse quindi sia della nave che della comunità portuale, consentendo così al Gruppo di configurarsi come fornitore di un servizio pubblico di interesse economico generale, come definito all’art.14 della Legge 84/94″ chiarisce il presidente.

Nato nel 1927 e solo in seguito trasformato in cooperativa, il Gruppo svolge un servizio pubblico in monopolio volto a garantire l’approdo di navi superiori a 500 tonnellate di stazza lorda. Nei decenni, oltre alle guerre, è stato testimone di notevoli mutamenti. “Nel tempo, abbiamo assistito alla trasformazione del mare, maltrattato a lungo dall’uomo.  Oggi c’è una maggiore sensibilizzazione alla tutela del mare e dell’ambiente e assistiamo a uno stravolgimento delle condizioni climatiche, e non solo: anche alle ripercussioni dovute agli effetti del gigantismo navale con navi sempre più grandi -. Stravolto in positivo, anche il ruolo del porto di Civitavecchia che, da mero collegamento per la Sardegna, è diventato porto di rilevanza strategica nazionale e internazionale, secondo nel Mediterraneo come porto crocieristico e tra i primi dieci in Italia – ha aggiunto-. Il porto di Civitavecchia è un porto CORE rientrante nella rete transeuropea dei trasporti e necessita di una infrastruttura strategica come il completamento della Civitavecchia – Orte che faciliti l’accesso delle merci da e per il porto, di un collegamento diretto con l’aeroporto, ma anche dell’ampliamento della rete ferroviaria in porto”. Lui ne è certo: “L’economia marittima sarà uno dei settori che più si svilupperà nei prossimi dieci-quindici anni”. Si alza così l’asticella: le sfide da affrontare saranno sempre più importanti. La presenza di nuovi assunti attraverso il bando di concorso con giovani leve che hanno esperienza acquisita precedentemente offrirà una marcia in più alla cooperativa, oggi formata da 26 soci lavoratori. “L’organico viene stabilito dal Comandante del Porto e dal momento che alcuni dei soci avevano raggiunto limiti pensionistici si è reso necessario questo cambio generazionale. Sono state così assunte nuove leve che hanno alzato il gradiente professionale, oltre alla media di età, con giovani che hanno tra i 24 e i 40 anni e già esperienze di grande rilevanza come ufficiali“.

“La nostra è una realtà che funziona bene proprio perché, al di là di un ottimo background professionale e individuale, sono formate da persone che conservano senso di appartenenza e solidarietà. Per questo oggi la nostra è una realtà di rilievo in ambito locale e portuale e riceve dalle Istituzioni dei riconoscimenti soprattutto per le garanzie offerte nell’ambito della sicurezza” commenta Pilara, entrato da giovane come ormeggiatore nel ’93 e poi nominato più volte nell’arco del tempo come presidente della cooperativa.

“Quest’ultima mi ha garantito una crescita professionale e umana. Ed è quello che cerca di fare con tutti i suoi soci lavoratori perché la cooperativa nasce non con lo scopo di perseguire il profitto e il lucro ma per migliorare il benessere dei lavoratori dal punto di vista economico e sociale” ricorda. Ciascun nuovo ormeggiatore, infatti, viene sostenuto da un processo organizzativo di affiancamento che consente un inserimento in banchina con l’ausilio e la presenza di colleghi esperti e più anziani. “E’ così che le nuove leve entrano nell’ottica delle squadre e ricevono una formazione graduale nell’apprendere l’arte marinaresca” conclude il presidente.