La cooperazione sociale laziale si tinge di Altri Colori. E′ questo il nome della nuova realtà imprenditoriale non profit, con sede principale a Frosinone ma ben radicata anche nel territorio di Latina e di Roma, che nasce dalla fusione di quattro cooperative storiche, tutte aderenti al nostro consorzio. Una novità vera, nel panorama della cooperazione sociale dei nostri territori, dove le organizzazioni, per la maggior parte, si caratterizzano come piccole imprese. Spesso, addirittura, come micro imprese.
L′idea è venuta, meno di un anno fa, ai dirigenti delle cooperative Eureka 2000, Finisterrae, Gosc e Kariscoop. Ed è già una realtà. Venerdì scorso, infatti, l′assemblea dei soci di Finisterrae, riunita in seduta straordinaria, ha fatto il primo passo ufficiale, quello da cui non si torna più indietro. La cooperativa cambia denominazione – diventa appunto Altri Colori – e adegua lo statuto per permettere la fusione con le altre tre cooperative (tecnicamente si tratterà di un′incorporazione).
Secondo il presidente di Finisterrae, Danilo Ferrante, «sono in tanti a parlare di necessità di rinnovamento, ma pochi quelli che dimostrano realmente di volerlo praticare. La nostra cooperativa lavora ormai da dieci anni, soprattutto nel campo dei servizi per la promozione all′infanzia e all′adolescenza. I bambini, le famiglie, i lavoratori ed i committenti dimostrano di apprezzarci. Non è un caso che Finisterrae si sia affermata in buona parte della regione e che sia costantemente cresciuta. Ma il welfare, in Italia, vive il periodo più difficile della sua storia. Noi siamo abituati a governare i cambiamenti, non ad inseguirli: per questo ci siamo lanciati con entusiasmo in questo progetto, insieme alle altre tre cooperative».
«A legarci, prima di tutto, è l′appartenza al Consorzio Parsifal – dice Vincenzo Di Prospero, presidente della Cooperativa Sociale Eureka 2000 -. Poi, nel 2008 le cooperative hanno cominciato a lavorare insieme, sotto la guida di Sandra Pantanella e di Emilio Vergani, per impiantare al proprio interno strumenti di rendicontazione sociale. Poi sulla qualità dei nidi d′infanzia, con Alessia Morini, poi sui sistemi di gestione economica e societaria delle cooperative, con Mosè Montefusco. Non si dice che “da cosa nasce cosa”? Ebbene, proprio Mosè ci ha lanciato la sfida e noi l′abbiamo raccolta!»
Altri Colori si propone da subito con numeri interessanti. Un fatturato globale di quasi quattro milioni di euro, 200 lavoratori, più di venti committenti, la presenza stabile su tre province laziali. «Ma non ci vogliamo fermare qui, anzi, questo è in effetti solo il punto di partenza – affermano Valeria d′Emilio e Antonella Nieddu, rispettivamente presidente e vicepresidente della Cooperativa Sociale Gosc -. Altrimenti questa fusione non avrebbe senso». Parliamo dunque degli obiettivi. «Il primo è quello di rafforzarci. La piccola dimensione delle cooperative, quasi familiare, da un falso senso di sicurezza. E′ senz′altro più difficile lavorare in un′organizzazione con una struttura più articolata, ma permetterà di specializzarci. Potremo migliorare le nostre competenze tecniche e presentarci più preparate nel confronto con i nostri interlocutori abituali: gli utenti, i clienti, i sindacati, le banche, i partner».
«Ma c′è anche dell′altro – aggiunge Daniela Carissimo, presidente della Cooperativa Sociale Karicoop -. Con la fusione potremo massimizzare alcuni costi di gestione e affrontare con più decisione investimenti importanti per il futuro. Stiamo lavorando su alcuni progetti sociali ed imprenditoriali, da proporre anche al di fuori dai territori in cui abbiamo cominciato le nostre attività».
fonte: Consorzio Parsifal