“IL TESTO UNICO SI OCCUPA ESCLUSIVAMENTE DI EDICOLE, DISTRIBUTORI DI BENZINA, AMBULANTI, PUBBLICI ESERCIZI.
TUTTO IL RESTO ANCORA NON TROVA CASA”
Roma, 6 agosto 2014- La rete di vendita presente a Roma e nel Lazio è la più equilibrata d’Italia per tipologie di vendita. Tra piccole, medie e grandi strutture di vendita, la Capitale ha una delle più elevate quote di mercato di supermercati.
In passato, si è sempre gridato contro la GDO per poi dare autorizzazioni in ambiti territoriali già saturi e senza tener conto di nessun criterio di programmazione.
Tutto ciò ha portato ad un aumento del consumo del territorio e ad uno sviluppo della distribuzione limitato soltanto ad alcuni quadranti della città. Il risultato: Roma è la città più squilibrata d’Italia ed ha il centro e la città storica tra i più desertificati e privi di servizi commerciali d’Europa – al punto che interi quartieri sono ormai costretti a muoversi dal centro alla periferia.
Roma e la sua rete di vendita è una delle più costose in Italia proprio per le sue deficienze strutturali.
Le istituzioni hanno da sempre consegnato le chiavi della programmazione e degli insediamenti commerciali alla rendita fondiaria e ai costruttori che ne hanno disegnato lo sviluppo.
Le ipocrisie dei vari governi regionali e comunali, il conservatorismo dei sindacati e delle associazioni dei commercianti, hanno contribuito in maniera determinante alla affermazione della attuale situazione.
Nel corso degli ultimi trent’anni, modelli di sviluppo e leggi protezioniste hanno consegnato il commercio romano e laziale agli stranieri – non consentendo la crescita di imprese di grandi dimensioni capaci di confrontarsi a livello internazionale. Tutto ciò con danni incalcolabili per la produzione italiana e il made in Italy. Oggi -grazie alle normative europee- il commercio è stato finalmente liberalizzato, in difesa della libertà di insediamento dell’impresa, della concorrenza e della facoltà di scegliere del consumatore.
Molte Regioni – però- continuano a pensare che l’Europa sia lontana; tanto che alcune tra esse continuano a produrre leggi contro le norme nazionali ed europee. Sistematicamente- però- la Corte Costituzionale smantella queste normative regionali. E’ avvenuto in Liguria, Toscana e Lombardia. Noi speriamo- però- che il Lazio possa distinguersi. Attualmente, però, non è così. Quindi, rischiamo anche noi.
Se in Giunta il Testo approvato è diverso da quello presentato in conferenza dal governatore Zingaretti a luglio ed è piu in sintonia con le norme comunitarie e nazionali, è grazie ai nostri consigli e del nostro spirito di collaborazione.
A settembre, inizierà la discussione in Commissione e poi- dopo le audizioni con tutte le organizzazioni del commercio- verrà presentato in aula. Noi che insieme alla Federdistribuzione (grande distribuzione privata) rappresentiamo il 70% della distribuzione e dell’occupazione nel settore, in questa fase, intendiamo farci promotori delle modifiche del Testo – in particolar modo, chiedendo che lo stesso fornisca indicazioni sui criteri urbanistici cui dovranno attenersi i Comuni per la modifica dei piani regolatori che dovranno prevedere la localizzazione degli insediamenti commerciali. Inoltre, chiederemo che il Testo non demandi al regolamento la responsabilità di normare gli indici qualitativi per l’insediamento commerciale che riguardano l’ambiente, la viabilità e l’urbanistica. Chiederemo, inoltre, norme precise ma anche flessibilità per tipologie e dimensioni per incentivare l’apertura e gli ampliamenti di negozi nella città storica di Roma – sempre con un’ottima rivolta agli interessi della città e dei consumatori.
Proseguiremo nell’opera di miglioramento del Testo per renderlo piu in linea con le norme europee e nazionali, chiedendo all’amministrazione regionale più coraggio nel fare delle scelte per la liberalizzazione e il conseguente sviluppo del settore.
Massimo Pelosi – Responsabile relazioni istituzionali distretto tirrenico Coop
Giuseppe Codispoti – Presidente Legacoop Agroalimentare Lazio